29.10.09

Quando muore un operaio. Una poesia di Enrico Cerquiglini.


Nel sito di Enrico Cerquiglini ( http://enricocerquiglini.splinder.com/ ) la genesi della poesia è collegata a una pagina di cronaca.

mercoledì, 11 giugno 2008

Riporta il Corriere della Sera di oggi:

“Un faticoso compromesso tra i 27 Paesi dell'Unione europea ha permesso di dare il via libera a Lussemburgo alla direttiva sull'orario di lavoro, dopo anni di tentativi falliti. Ora la battaglia, tuttavia, sembra spostarsi al Parlamento europeo, dopo le critiche già avanzate dai sindacati che hanno giudicato la norma «inaccettabile», e le riserve dei partiti della sinistra. L'intesa lascia il limite massimo di lavoro settimanale a 48 ore a meno che lo stesso lavoratore scelga altrimenti (opt out). In questo caso, comunque, la durata massima del lavoro settimanale potrà raggiungere le 60 o al massimo 65 ore, se il periodo inattivo dei turni di guardia viene considerato orario di lavoro. Le norme sono applicabili a quei contratti che superano le dieci settimane. I ministri si sono trovati d'accordo anche sulla normativa per le agenzie di lavoro temporaneo, stabilendo, tra l'altro, parità di trattamento per retribuzione, congedo e maternità”

Quando muore un operaio
Quando muore un operaio non muore nessuno,
apre il telegiornale la strage e la commozione
internazionale del Presidente del Consiglio.
Quando muore un operaio pochi sempre meno
ricordano che sotto la tuta c’era carne di uomo
carne non pregiata non curata spesso non quotata.
Quando muore un operaio meglio cambiare canale
guardare una partita di calcio un thriller americano
almeno lì muoiono dando spettacolo e si vede tutto.
Quando muore un operaio lascia figli che vedranno
sul comodino la foto del padre e madri tre volte
martirizzate e genitori che appassiranno di lavoro.
Quando muore un operaio non c’è lutto nazionale
non c’è politico che non pianga e mostri indignazione

scatarrando propositi e promettendo resurrezioni.
Quando muore un operaio si assume un altro
al suo posto lieto di avere un lavoro dopo il funerale
e le condoglianze di rito per la morte di un marito

di un figlio di un parente di un padre di un amico.
Quando muore un operaio qualcuno ride felice
tanto a morire sono loro e sono miliardi senza nome
e lavorano e comprano e continuano a non capire
e a morire e a lasciare vedove e posti vaganti.
Enrico Cerquiglini (Montefalco 1961)







1 commento:

Anonimo ha detto...

mi chiamo Giacomo, sono uno studente e scrivo da Perugia.
Il tema della poesia di cui si tratta è molto interessante, ma anche purtroppo ingnorato dalla maggior parte della gente.
Dal mio punto di vista è una poesia profonda, che coglie gli aspetti della vita e dell'accoglienza sociale di un'operaio.
Ogni uomo ha il suo percorso di vita, e per questo dovrebbe essere apprezzato, non giudicato solo per la carriera, o per qualsiasi fonte di diversità.
Ci sarebbero tante cose di cui parlare e commentare, ma forse non basterebbero nemmeno tremila pagine.
Concludo con un rispettoso saluto aggiungendo una breve citazione: "Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini trovano il nulla nel tutto" G. Leopardi

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