24.9.09

Le vergogne di Palemo. La barca del sindaco e il gommone.


Nei primi anni dell'amministrazione di centro destra che nel 2001 prese il posto della giunta di Leoluca Orlando la società di servizi Gesip godeva di discreta salute. Il suo ufficio stampa, nel commentare il bilancio consuntivo del 2003, poteva scrivere che “la Gesip, società mista i cui azionisti sono il Comune di Palermo (51%) e Italia Lavoro (49%), grazie ad una concreta sinergia con l’amministrazione comunale… può vantare un bilancio positivo, sia in termini economici che occupazionali”, anche se aggiungeva che l’utile netto era stato di “5 milioni 447 mila euro contro i 6 milioni e 645 mila euro del 2002”.

Non si vantavano solo i risultati economici, ma anche “il primario obiettivo della stabilizzazione di migliaia di lavoratori, che da precari hanno ottenuto un posto fisso e la dignità di lavoratori dipendenti”. Al tempo i dipendenti della società che si occupava di pulizie e manutenzioni in molti settori (dagli impianti sportivi agli uffici, dalle scuole ai cimiteri) erano 1514, il che qualificava l’azienda come “la più grande società mista d’Italia”.

La gestione non deve essere stata delle più oculate se cinque anni dopo - lo si può leggere su “la Repubblica” del 9 febbraio - la società, che intanto ha raggiunto più di 2000 dipendenti "perde 873 mila euro al mese”, “è sull´orlo del fallimento e rischia di travolgere le già traballanti finanze di Palazzo delle Aquile".

Nei mesi successivi sarà il Comune a rendere compatibili i bilanci con nuovi contratti, ma aumentando la propria situazione di indebitamento e chiedendo, come d’uso tra i berlusconidi isolani dopo il “caso Catania”, una nuova eccezione alle regole al governo nazionale. Uno squarcio sulle ragioni del rapido deterioramento di società come Gesip, Amia ed altre controllate e partecipate comunali a Palermo lo danno due incursioni di “Striscia la notizia”, il 21 e il 22 settembre.

Nella prima (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2009_09_pet21.flv) la trasmissione di Ricci denuncia lo strano caso di un mister X (alias Franco Alioto) dipendente della Gesip, su cui grava il fondato sospetto di essere utilizzato in pianta stabile dal sindaco di Palermo, il berlusconico Cammarata, come skipper e curatore della sua “barca”.

Nella seconda (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2009_09_pet22.flv) vengono proposte, dopo una mancata intervista, le spiegazioni del sindaco all’Ansa basate sul più omertoso “nenti sacciu”: la barca è del figlio e delle eventuali assenza dal lavoro di mister X lui non è a conoscenza. Ma il cronista riprende una sua dichiarazione alla stampa del 2006: Francuccio (Alioto), “il belloccio” ('u bellacchiu'), risulta essere anche il suo esperto di pesce e preparatore di spaghettate.L’Alioto peraltro, come premio per la sua “attività” in Gesip, risulta esse beneficiario di ben 2 promozioni, mentre un’altra società comunale, la Sispi, ne ha assunto il figlio senza concorso.

Due l’inchieste in corso: quella comunale, del sindaco Cammarata, sulle assenze di Alioto, quella, un po’ più affidabile, della magistratura su Cammarata. Il sindaco in ogni caso “non si dimette”. L’opposizione ha presentato una mozione di sfiducia annunciandola con una simpatica protesta, l’arrivo a Piazza Pretoria, ove nel prestigioso Palazzo delle Aquile ha sede il Municipio, di un gommone. La piazza fu detta anche “della Vergogna” per via di una fontana le cui statue maschili esibivano il pisello, poi coperto da fogliame; ma ben altre “vergogne”, da Lima a Cammarata, passando per Ciancimino, ci sarebbero state nel tempo da coprire. (S.L.L.)



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